Cos’è il Virtual Workplace e perché sta già trasformando le imprese italiane
La guida di ACS Data Systems
Virtual Workplace, spazio di lavoro digitale, ufficio senza confini, smart working… chiamatelo insomma come vi pare ma la sostanza resta una, e una soltanto: si tratta di comunicare, lavorare, condividere file, documenti, foto, immagini, video, accedere ai dati aziendali quando serve, da dove serve, da qualsiasi forma e dimensione di device. Una rivoluzione di cui, in questi anni, spesso si è più parlato che “fatto“, una rivoluzione mai così matura invece oggi grazie alla maturazione di piattaforme tecnologiche, cultura, soluzioni…
I numeri dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano sono cristallini in questo senso, nel 2018 gli Smart Worker erano oltre 480mila, in crescita del 20%, e si ritengono oggi più che mai più soddisfatti dei lavoratori tradizionali sia per l’organizzazione del lavoro (39% contro il 18%) che nelle relazioni con colleghi e superiori (40% contro il 23%). Per il 2019, i dati in arrivo parlano di nuove crescite dirompenti.
Oltre una grande impresa su due infatti ha già avviato progetti strutturati di Smart Working, adottando modelli di lavoro che introducono flessibilità di luogo e orario, promuovendo la responsabilizzazione sui risultati… Conviene dunque, motiva i dipendenti e offre alle imprese vantaggi senza precedenti in termini di efficienza. Un’onda, quella dello smart working e in particolare del Virtual Workplace che un IT Service Provider italiano di eccellenza come ACS Data Systems ha visto nascere prima del tempo studiando e sviluppando una serie di soluzioni, collaborazioni strategie che oggi ne fanno uno degli interlocutori più credibili per manager e imprese che cercano il vero lavoro agile ma, allo stesso tempo, sicuro, controllato… senza sorprese.
Virtual Workplace, cos’è e perché tutti ne parlano
Questo il quadro e lo scenario di riferimento ma, come sempre, proviamo ad andare con ordine e, grazie ad un manager giovane e specializzato come Daniel Sperandio, Commercial Director di ACS Data Systems, proviamo innanzitutto a capire che cos’è davvero il Virtual Workplace e cosa si aspettano le imprese del territorio da una simile rivoluzione. «Il virtual workplace può essere definito come la versione digitale del desktop personale, accessibile da remoto con qualsiasi dispositivo. In altre parole, il posto di lavoro classico composto da file, dati, applicativi etc. al quale siamo abituati a lavorare in ufficio, viene virtualizzato e reso disponibile in remoto da ovunque e quando si vuole» spiega Sperandio.
«Per le aziende moderne di oggi, come per tutti noi d’altronde, flessibilità e mobilità rappresentano una priorità. Spazio e tempo non devono più rappresentare un limite. Vogliamo accedere a tutto da ovunque, sempre! La prova chiara e concreta arriva anche dal rapporto “Il Mercato digitale in Italia 2018” di Assinform. Un documento da cui emerge che il mercato delle applicazioni mobili sta crescendo del 17%, quello della Unified Collaboration & Communication, del SaaS e del DaaS (Desktop as a service) sta crescendo del 24% mentre il mercato dei servizi TLC dati cresce del 9%. Infine, imprenditori, dirigenti e responsabili IT di oggi non sono più alla ricerca di semplici prodotti ma voglio acquistare un risultato a fronte di costi certi. Ma c’è ancora di più, – spiega il manager – c’è anche la questione del “fascino” che una impresa riesce ad esercitare sui migliori talenti sul mercato. Il tema delle competenze e delle eccellenze non è assolutamente banale oggi per qualsiasi impresa. Essere in grado di offrire una vera esperienza di virtual workplace sicuro, innovativo, efficace viene considerata una fortissima leva attrattiva per giovani talenti che su queste tamatiche sono e saranno sempre più sensibili»
ACS.Managed Virtual Workplace, la risposta di ACS Data Systems
Detto dello scenario, dei numeri e di come e cosa cercano le imprese, vale la pena capire come si sta muovendo con investimenti e sviluppi decisi chi, come ACS Data Systems, l’onda l’ha vista nascere e arrivare prima del tempo. «Il virtual workplace è da tempo un focus importantissimo per la nostra realtà. – racconta ancora Sperandio – Abbiamo sviluppato idee, strategie e soluzioni ad hoc, mettendo insieme la nostra competenza decennale e tutta la nostra professionalità come esperti sul tema. In questo senso una delle nostre risposte ai trend appena raccontati, descritti e disegnati… si chiama ACS.Managed Virtual Workplace ovvero il virtual workplace marchiato ACS. Affidandosi all´ACS.Managed Virtual Workplace le aziende danno la possibilità a manager e collaboratori di lavorare in qualsiasi momento, da qualunque luogo esattamente nel momento stesso in cui gli serve farlo. Il tutto con la più critica e richiesta delle garanzie: il 100% di disponibilità del servizio. Andare infatti verso il cloud, verso l’offerta di esperienze di utilizzo, servizi a consumo (il nostro infatti è un servizio che viene erogato a fronte di un canone mensile a utente. Oltre dunque ad avere il vantaggio dell´IT a consumo puoi prevedere esattamente l’ammontare della spesa) e non più verso la pura vendita di prodotti vuol dire avare la forza e la capacità di garantire continuità. Se il virtual workplace non è continuo, affidabile… vista la criticità dei dati che muove tra infrastrutture on premise e cloud, i guai possono essere molto seri. Non va dimenticato poi che, “accendere” un servizio come ACS.Managed Virtual Workplace vuol dire avere la garanzia di appoggiarsi e avere a disposizione piattaforme innovative che garantiscono sempre il massimo delle prestazioni».
Virtual Workplace e un mercato sempre più ampio, confuso… «ecco perché ACS.Managed Virtual Workplace è unico»
Come spesso accade, quando un’esigenza matura poi l’offerta diventa sempre più affollata, in parte confusa… che cosa rende unica la proposta di ACS in ambito workplace?
«Il punto differenziante del nostro ACS.Managed Virtual Workplace sta nel fatto che si tratta di un cosiddetto servizio “Fully Managed”, ovvero completamente gestito. In altre parole, non ci limitiamo ad offrire il noleggio degli “ingredienti” (server, storage, licenze, etc.) necessari a far funzionare un desktop remoto, lasciando al cliente l’onere della sua gestione. Il nostro approccio è quello di occuparci a 360 gradi di tutta la sua gestione e aggiornamento, garantendo al cliente la sua funzionalità e quindi una disponibilità di servizio del 100%».
Il cuore e il DNA di IT Service Provider radicato sul territorio in questo senso aiuta moltissimo ACS Data Systems nel presentarsi come trusted advisor alle imprese italiane che stanno pensando al cloud ma, anche con l’arrivo del GDPR, hanno sempre più di un pensiero rivolto al tema della gestione dei dati e della loro prossimità a livello geografico…
«Proprio così, ACS si posiziona come un’azienda vicina al cliente. Il servizio include un helpdesk locale sempre a disposizione per venire incontro a tutte le esigenze del cliente. Anche i dati sono al sicuro in datacenter locali basati su tecnologie HPE di ultima generazione situati a Bolzano e Trento. Per noi di ACS il cliente è al centro di tutto. Da sempre infatti prendiamo tutte le decisioni per soddisfare al meglio le reali esigenze dei nostri clienti e anzi … per superarle! A prova di quanto detto, posso affermare con orgoglio che tutti i clienti ACS.Managed Virtual Workplace sono molto soddisfatti del nostro servizio».
Virtual Workplace, gli errori da non fare e le aspettative corrette
Parlare di cloud e di virtual workplace in un Paese come l’Italia, negli ultimi anni vuole anche dire parlare di migliaia di manager e imprese che, spesso, fanno eccessivi e pericolosi salti in avanti senza calcolare portata e impatti di possibili errori. Non a caso, secondo recenti ricerche internazionali proprio il nostro Paese risulta ai primi posti in Europa per l’uso di servizi cloud non autorizzati in azienda… per lavorare. Il dipendente insomma si abitua, nella vita privata, a usare servizi di condivisione dati e collaboration gratuiti… pretende sempre più la stessa user experience in azienda, quando non trova risposte fa da sé… con soluzioni non professionali, gratuite e, inevitabilmente vulnerabili… Quali sono dunque gli errori da non fare oggi se si vuole davvero affrontare la rivoluzione dei virtual workplace e quali invece le aspettative corrette da settare? «Il mio consiglio per le aziende di oggi? – spiega il manager – Rimanete agili! Non fate tutto da soli in ambito IT. L’innovazione tecnologica sta diventando sempre più rapida ed è estremamente complesso rimanere al passo con i tempi. In quest’ottica l´IT rischia di diventare un freno allo sviluppo del proprio business e non una piattaforma abilitante come tutti dicono. Affidatevi invece ad esperti, siate esigenti nei loro confronti e concentratevi sullo sviluppo del vostro core business. Affidarsi ad ACS e al nostro workplace significa avere i più elevati standard informatici a disposizione sul posto di lavoro. Questo indipendentemente dalla dimensione dell’azienda perché il prezzo è per utente. Avendo un servizio solido, funzionante e sempre al passo coi tempi, non dovete più porvi limiti nello sviluppo del vostro business».
Virtual Workplace e Business Continuity… come evitare guai con i dati
Come in parte anticipato, nell’ambito della rivoluzione del virtual workplace proprio la Business Continuity sta diventando vitale e, non a caso, ACS.Managed Virtual Workplace ha investito molto in questo senso. Ma, in maniera molto pragmatica, come si garantisce stabilità e continuità di servizio in ambito virtual workplace quando di mezzo c’è una piattaforma abilitante come il cloud computing, che si basa proprio sull’esternalizzazione di carichi di lavoro e informazioni? «Prima di tutto è necessario garantire il continuo aggiornamento della piattaforma e dell’infrastruttura sottostante. Questo ovviamente comporta lo sviluppo e il mantenimento di diverse competenze specifiche e specialistiche. È poi necessario mettere in campo le tecnologie più adeguate e al passo con i tempi, senza scendere a compromessi, che ti permettano di erogare un servizio al massimo delle performance. In tutto questo è importante essere affiancati da partner tecnologicamente all’avanguardia ma anche affidabili e solidi. Da sempre tutti i servizi ACS si basano su prodotti e soluzioni HPE che incorporano appieno queste caratteristiche».
ACS Data Systems e il cuore di HPE
Come scritto e confermato più volte nelle parole di Daniel Sperandio torna spesso il riferimento alle tecnologie abilitanti firmate HPE. Una collaborazione, quella con Hewlett Packard Enterprise che va però oltre il puro hardware e si apre ad una collaborazione che trova in un progetto come HPE Innovation Lab Next la sua sintesi perfetta. Un progetto che, in perfetta coerenza con il DNA di ACS punta tutto sulle competenze dei migliori partner sul territorio e sulla capacità di ascoltare le esigenze delle imprese. «HPE – conclude infatti Sperandio – è un partner molto importante per ACS Data Systems in generale e anche nell’erogazione di tutto il valore che il nostro servizio di Virtual Workplace è in grado di garantire. Erogare un servizio che garantisce un risultato e nel quale la continuità di servizio rappresenta un fattore essenziale, richiede una tecnologia all’avanguardia ma solida ed è questo che la linea di prodotti Enterprise HPE garantisce. Inoltre, erogare un servizio di qualità richiede la stretta collaborazione di tutte le parti coinvolte. La disponibilità e affidabilità di HPE ci ha permesso in questi anni di sviluppare una vera e propria partnership che si basa su questi valori».
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