Business Continuity, cos'è e come ottenerla
Cos’è la Business Continuity
La business continuity, o continuità operativa, rappresenta un processo aziendale volto a garantire il proseguimento delle attività cruciali nonostante eventuali interruzioni. L’obiettivo è quello di permettere all’organizzazione di continuare a fornire prodotti e servizi a livelli accettabili anche durante crisi temporanee, come problemi infrastrutturali o attacchi informatici.
Obiettivi della business continuity
Il principale obiettivo della business continuity è quello di ridurre al minimo i danni derivanti da interruzioni, salvaguardando l'operatività, la produttività e gli interessi aziendali. Inoltre, un buon piano di continuità operativa consente di preservare la reputazione aziendale e proteggere i ricavi, identificando preventivamente le minacce e mettendo in atto strategie per mitigare il loro impatto.
L'importanza della business continuity per le aziende
La business continuity è una componente strategica per le aziende moderne. Non si limita alla gestione delle emergenze, ma si concentra sulla capacità di garantire la continuità delle operazioni aziendali anche in momenti critici. Implementare un efficace Business Continuity Management System (BCMS) consente di identificare potenziali minacce e sviluppare strategie per ridurre i rischi.
Protezione del brand e della reputazione
In un mondo sempre più digitale, la reputazione aziendale è un asset fondamentale; eventuali interruzioni dei servizi possono danneggiare gravemente l'immagine del brand. Un piano di continuità operativa ben strutturato consente di gestire le crisi in modo rapido e professionale, proteggendo la reputazione e dimostrando affidabilità a clienti e stakeholder.
Minimizzazione delle perdite finanziarie
Le interruzioni operative possono causare perdite economiche significative. Un piano di continuità operativa ben definito riduce i tempi di inattività e accelera il ripristino delle attività critiche, minimizzando le perdite finanziarie dirette e indirette. Un’efficace gestione delle crisi può inoltre evitare costi aggiuntivi legati a penali contrattuali o controversie legali.
Conformità normativa
In molti settori, la business continuity è anche un requisito normativo. L’adozione di un sistema di continuità operativa conforme a standard internazionali come la ISO 22301 non solo garantisce la conformità alle normative, ma dimostra l'impegno dell'azienda verso la resilienza e la gestione del rischio. Questo può influenzare positivamente i rapporti con autorità regolatrici, partner e investitori.
Differenza tra business continuity e disaster recovery
Business continuity e disaster recovery sono termini spesso utilizzati assieme, ma presentano alcune differenze sostanziali. La business continuity si concentra sulla continuità dell'intera azienda, mentre il disaster recovery si occupa del ripristino delle infrastrutture tecnologiche in caso di eventi dannosi. Per chiarire la distinzione:
- la business continuity è una strategia ampia, che comprende tutti gli elementi necessari alla sopravvivenza dell'azienda, inclusi i processi operativi e le risorse umane. La BC si concentra quindi sul mantenere l’azienda aperta e attiva
- il disaster recovery è parte integrante della strategia di business continuity, ma si focalizza sugli aspetti IT e tecnologici e si concretizza in un piano di recupero del disastro (DRP, Disaster Recovery Plan). Il DR si focalizza quindi nel ritorno alla normalità delle operazioni aziendali.
Elementi chiave di un Business Continuity Plan
Un piano di continuità operativa si fonda su tre elementi chiave: analisi dei rischi, strategie di mitigazione e procedure di risposta agli incidenti.
- Analisi dei rischi: include l'identificazione delle minacce potenziali e la valutazione del loro impatto sull'operatività aziendale. La Business Impact Analysis (BIA) è uno strumento cruciale in questa fase, poiché aiuta a determinare gli effetti delle interruzioni sui processi critici.
- Strategie di mitigazione: sono progettate per ridurre la probabilità e l'impatto di eventi avversi. Possono includere misure come la diversificazione dei fornitori o l’implementazione di sistemi ridondanti per assicurare la continuità operativa. Queste strategie devono essere allineate agli obiettivi di ripristino e ai punti di ripristino (RTO e RPO) definiti nella Business Impact Analysis.
- Procedure di incident response: queste delineano le azioni operative da seguire in caso di emergenza, incluse le comunicazioni, le responsabilità del personale e i passaggi per ripristinare le attività critiche. Un piano efficace deve essere flessibile, in modo da adattarsi a diversi scenari.
Implementazione di un sistema di business continuity
Implementare un sistema di business continuity richiede un approccio strutturato e sequenziale. Questo processo si articola in diverse fasi chiave che garantiscono la solidità del piano.
Fasi di sviluppo del piano
Il processo inizia con un'analisi approfondita dell’organizzazione, che permette di comprendere la Business Impact Analysis (BIA) e di identificare i processi critici. Successivamente, vengono definite le strategie di continuità per garantire un rapido ripristino delle attività essenziali in caso di interruzione. È altrettanto importante prevedere procedure per l’aggiornamento del piano e simulazioni regolari per testare l’efficacia del disaster recovery.
Ruoli e responsabilità
Una corretta implementazione richiede la definizione chiara dei ruoli. Il Business Continuity Manager (BCM) è la figura chiave responsabile dello sviluppo e del mantenimento del piano, e ha il ruolo di coordinamento delle attività di tutte le parti coinvolte.
Formazione del personale
La formazione del personale è essenziale per garantire l'efficacia del piano e promuovere una corretta igiene digitale in azienda. È importante organizzare corsi di formazione regolari, affinché tutti i dipendenti siano preparati a rispondere a eventuali emergenze in modo efficace.
Strategie di continuità operativa
Le strategie di continuità operativa si concentrano su tre elementi fondamentali: ridondanza dei sistemi, siti alternativi e gestione della supply chain.
- Ridondanza dei sistemi: consiste nell’avere componenti duplicati pronti a subentrare in caso di guasto. La virtualizzazione permette di predisporre infrastrutture virtuali in grado di sostituire rapidamente quelle fisiche.
- Siti alternativi: la scelta di un sito alternativo dipende dalla velocità di ripristino richiesta. Siti di backup di tipo cold, warm o hot vengono scelti in base all'analisi costi-benefici, garantendo la continuità anche in caso di eventi catastrofici.
- Gestione della supply chain: è fondamentale identificare i fornitori critici, verificare i loro piani di continuità e valutare fornitori alternativi. La diversificazione della supply chain riduce i rischi legati a interruzioni, ed è un aspetto centrale anche nella nuova direttiva NIS2, che richiede un’attenzione specifica alla sicurezza dei fornitori e delle infrastrutture critiche.